LA SCAPIGLIATURA

Nel 1861 Cletto Arrighi scrisse un romanzo intitolato “La Scapigliatura e il 6 febbraio”. Egli fu il primo ad usare il termine <<Scapigliatura>> che poi sarebbe entrato nella terminologia letteraria. Nella prefazione a questo romanzo sono contenute le caratteristiche fondamentali del fenomeno:

<<In tutte le grandi e ricche città del mondo incivilito esiste una certa quantità di individui di ambo i sessi, fra i venti e i trentacinque anni, non più; pieni d'ingegno quasi sempre; più avanzati del loro tempo; indipendenti come l'aquila delle Alpi; pronti al bene quanto al male; irrequieti, travagliati,... turbolenti - i quali - o per certe contraddizioni terribili fra la loro condizione e il loro stato - vale a di­re fra ciò che hanno in testa e ciò che hanno in tasca - o per certe influenze sociali da cui sono trasci­nati - o anche solo per una certa particolare maniera eccentrica e disordinata di vivere - o, infine, per mille altre cause, e mille altri effetti, il cui studio formerà appunto lo scopo e la morale del mio romanzo - meritano di essere classificati in una nuova e particolare suddivisione della grande famiglia sociale, come coloro che vi formano una casta sui generis distinta da tutte le altre. Questa casta o classe - che sarà meglio detto - vero pandemonio del secolo; personificazione del­la follia che sta fuori dai manicomi; serbatoio del disordine, della imprevidenza, dello spirito di ri­volta e di opposizione a tutti gli ordini stabiliti – io l’ho chiamata appunto la Scapigliatura […]La Scapigliatura è composta da individui di ogni ceto, di ogni condizione, di ogni grado possibile della scala sociale. Proletariato; medio ceto, e aristocrazia; foro, letteratura, arte e commercio; celibato e matrimonio; ciascuno vi porta il suo tributo, ciascuno vi conta qualche membro d’ambo i sessi; ed essa li accoglie tutti in un amplesso amoroso e li lega in una specie di mistica consorteria, e forse per quella forza simpatica che nell’ordine dell’universo attrae fra di loro le sostanze consimili. La speranza è la sua religione; la fierezza è la sua divisa: la povertà il suo carattere essenziale. Non la povertà del pitocco che stende la mano all'elemosina, ma la povertà di un duca, a cui tocca di licen­ziare una dozzina di servitori, vendere molte coppie di cavalli, e ridurre a quattro le portate della sua tavola, perché, fatti i conti coll’intendente, ha trovato di non aver più a questo mondo... che cinquan­tamila lire di rendita>>.

Possiamo notare i seguenti caratteri:

  1. scrittori e scrittrici tendenzialmente giovani
  2. stile di vita disordinato e trasgressivo
  3. presenza di individui di varia estrazione sociale provenienti da tutte le classi

La Scapigliatura è un fenomeno quasi di ribellione e vede come protagonisti alcuni intellettuali che conducono una vita sregolata. In Francia la forma corrispondente è quella del bohemienne (da Boheme = zingaro), artisti che vivevano in modo sregolato e spesso erano dediti al vizio e all’alcool. Quello della Scapigliatura è un fenomeno cittadino che si sviluppa nel contesto urbano delle città, in Italia a Milano e a Torino ed infatti si parla di Scapigliatura lombarda e di Scapigliatura piemontese.

Questo fenomeno è importante perché segna una svolta; abbiamo infatti la rottura con il tardo Romanticismo di Prati e di Aleardi, divenuto troppo enfatico e lacrimoso ed una polemica con gli ambienti e la cultura della borghesia. Inoltre vi è la volontà di analizzare la vita umana nei suoi aspetti più tetri ed oscuri, come il vizio e la malattia. Alla Scapigliatura si possono avvicinare anche i poeti maledetti francesi ed anche, in un certo qual modo, il precursore degli stessi, Charlese Baudelaire (morto però nel 1867).

I principali autori della Scapigliatura sono, oltre Cletto Arrighi, Arrigo e Camillo Boito, Emilio Paraga, Giuseppe Rovani, Carlo Alberto Pisani – Dossi, Iginio Ugo Tarchetti; e inoltre Giovanni Camerana, Giovanni Faldella, Roberto Sacchetti e Giuseppe Giacosa (questi ultimi quattro tutti piemontesi). Per quanto concerne le tematiche dei romanzi scapigliati, possiamo trovare alcune costanti, pur nella peculiarità dei singoli esponenti. Innanzitutto il desiderio di trasgressione e di proposta al di fuori della norma e della convenzione; questo si concretizza nella volontà di descrivere personaggi malati, corrotti, viziosi, talvolta donne brutte o scure di capelli (un esempio per tutti Fosca), che interrompono il canone della donna bionda e chiara di capelli, di origine medioevale. Inoltre è presente il desiderio di proporre modelli in negativo, quasi esaltando le vite bruciate ed il vizio, come pure l’anormalità e la malattia. Non mancano poi tentativi di analizzare l’irrazionale, l’inconscio, la sfera dell’inconoscibile. Per questo alcuni critici hanno ravvisato nella Scapigliatura le premesse per il Decadentismo e hanno parlato di una sorta di <<avanguardia letteraria>> che precederebbe quelle dei primi del Novecento. Su questo aspetto occorre, però, fare molta attenzione. Al centro dei romanzi scapigliati resta pur sempre l’<<Io>> ottocentescamente caratterizzato e non si attua, con l’opera scapigliata, alcuna distruzione dei modelli del romanzo tradizionale; è quindi improprio parlare di avanguardie letterarie e di premesse della cultura e della identità del Novecento. Vi è da aggiungere, inoltre, che l’attenzione – a volte morbosa – degli scapigliati nei riguardi dell’anormalità, del vizio, della corruzione si spiega meglio come una volontà di procedere verso una sorta di analisi scientifica della società, catalogandone tutti i suoi aspetti, compresi quelli più inquietanti e imbarazzanti. Da questo punto di vista siamo sempre nell’ambito del Positivismo, che tende a studiare la realtà, facendo anche della Letteratura un fatto sperimentale e scientifico, e creando modelli di romanzi realisti, di indagine e di analisi del reale. Del resto negli stessi anni, in Francia, nasce e si sviluppa il Naturalismo, che si propone proprio un modello di romanzo sperimentale, attraverso lo studio della realtà intesa come <<documento umano>>; mentre in Italia poco dopo nascerà il Verismo, con caratteristiche simili, almeno dal punto di vista delle premesse concettuali. In ogni caso, la Scapigliatura non produce opere di particolare rilievo e di grande importanza. Molte delle sue istanze rimangono, infatti, a livello di proposito e di aspettativa; resta più che altro un atteggiamento e la sua importanza, più che su quanto ha prodotto, rimane sulla volontà di interrompere la Tradizione e di iniziare un processo di rottura con alcuni schemi del passato, ormai in crisi e senza più vitalità. Alcuni scrittori scapigliati, come si è setto, passeranno ad altre esperienze, e seguiranno un loro personale cammino di maturazione letteraria. Come vedremo ben più importanza avranno, per la Letteratura italiana, altri fenomeni, quali il Verismo, che daranno vita a opere di più alto livello e con riflessi più ampi sulla nostra cultura.

Lettura consigliata: Igino Ugo Tarchetti “Fosca http://www.liberliber.it/biblioteca/t/tarchetti/index.htm

 

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Sorse in Italia dopo il _________ e terminò, all’incirca, nel 1875. Comprese, in senso stretto, un gruppo di poeti e scrittori ______________ o viventi a Milano (Emilio Praga, Arrigo Boito, Iginio Tarchetti, Giovanni Camerana, Carlo Dossi), cui più tardi sono stati accostati alcuni prosatori ___________________ (Giovanni Faldella, Enrico Calandra) e ai quali si possono aggiungere i romanzi giovanili di Verga e alcune liriche di Carducci.

Il temine "scapigliatura" venne utilizzato per la prima volta in un romanzo di ________________, come versione del ___________________ "boheme"; come fenomeno letterario fu essenzialmente espressione di ribellione borghese: gli scapigliati erano difatti intellettuali che non accettavano le strutture _________________, nelle quali vedevano la negazione dei loro ideali di arte e dei valori in cui credevano. Fu, tuttavia, una presa di posizione sterile, in quanto essi non seppero proporre valide alternative.

La Scapigliatura fu un fatto sostanzialmente _________________, in quanto Milano era la città più progredita sotto l'aspetto economico e sociale e le vecchie concezioni del mondo e dei rapporti sociali si stavano lì velocemente disperdendo. Qui il contrasto fra intellettuali idealisti e borghesi era più _________________.

Le soluzioni artistiche adottate furono anch'esse anarchiche: gli scapigliati cercarono un'arte nuova con cui dire le sensazioni nuove che provavano, aderendo a quella società ________________ che li attraeva e, contemporaneamente, li respingeva. Perciò si accostarono ai _________________________ (che prendevano in considerazione l'orrido, non quello sentimentale del ________________________, gli aspetti orrendi della realtà del loro tempo) e ai ______________________ francesi che volevano la raffigurazione del vero. 
Questa assunzione di elementi dalle culture straniere  fu  un fatto positivo, poichè corrispondeva all'esigenza di sprovincializzare la cultura italiana, portandola a diretto contatto con le più significative esperienze culturali ________________________, soprattutto francesi.
Altro importante carattere fu la compresenza delle arti: non esistevano più arti isolate, come la letteratura o la musica, ma l'artista doveva conoscere la complessità delle ____________________ artistiche e fondere, nella letteratura, l'esperienza pittorica, quella musicale, insomma i valori espressivi della cultura. 
"I colori, gli odori, le forme hanno occulti e stretti rapporti con la musica, e verrà tempo in cui si canteranno e suoneranno dal vero un mazzo di fiori, un vassoio di dolci, una statua, un edificio, come oggi un foglio di romanza o uno spirito di melodramma, aperti sul leggio".
(C. Dossi, Note azzurre)

Per la loro produzione letteraria, gli scapigliati non sopportano _______________; la realtà va cantata in tutti i suoi aspetti, "non solo il cielo, ma anche il fango"; l'indagine viene estesa al subconscio, predominano i temi della letteratura noir, c'è un amore generico per la vita dissoluta e il ________________, si guarda con simpatia il suicidio. Si contestano i valori ________________ di religione, patria e famiglia. Il linguaggio usato è ___________________, spontaneo, ricco di innesti dal dialetto; non hanno però propositi popolari: ai valori borghesi che combattono  non vogliono opporre le qualità del mondo popolare.