LA CULTURA UMANISTICO-RINASCIMENTALE





L'UMANESIMO

Nel corso del Quattrocento l'interesse per la cultura del mondo classico si diffuse nelle corti dei principi e dei signori delle maggiori città italiane. Erano ambienti diversi da quelli ecclesiastici, dove avevano grande peso anche valori diversi da quelli della religione: valori legati alla vita, alla ricchezza, al potere, alla ricerca del bello. Qui si attenuò sempre di più il carattere religioso della cultura. La vita terrena non fu più vista soltanto come un momento di passaggio verso la vita eterna e le riflessioni dei filosofi si concentrarono sul significato e sul valore dell'esistenza dell'uomo. Proprio perché poneva l'attenzione sull'uomo, questa nuova tendenza della cultura fu chiamata Umanesimo. Gli umanisti affermarono il diritto dell'uomo a realizzare nel piombo la propria personalità. Essi non arrivarono mai a negare l'importanza e il significato di Dio e della religione: sostennero però che la fede non era in contrasto con il desiderio dell'uomo di affermarsi. Fu questo l'inizio di una rivoluzione che modificò profondamente la cultura italiana ed europea.

Nella storia del pensiero, dell'arte e della letteratura, periodo convenzionalmente stabilito tra gli ultimi decenni del sec. XIV e la fine del sec. XV, caratterizzato da un rinnovato fervore per lo studio dell'antichità, che si esplica in una intensa attività filologica, e motivato da una accentuata consapevolezza della posizione privilegiata dell'uomo nel mondo della natura.

 

DALL'UMANESIMO AL RINASCIMENTO

 

Di Umanesimo si parla dunque soprattutto per indicare un filone di studio e di pensiero indirizzato prevalentemente alla conoscenza dei classici e a una riflessione storica, filosofica e letteraria concentrata sui valori dell'uomo e della sua esistenza terrena. Esso fu soprattutto un grande movimento di idee. Umanisti furono, nel Quattrocento, gli italiani Giovanni Pontano, Lorenzo Valla, Marsilio Ficino, Pico della Mirandola e lo stesso pontefice Pio II

Al termine Umanesimo si affiancò successivamente quello di Rinascimento, utilizzato dal pittore e storico dell'arte Giorgio Vasari (1511-74) per sottolineare che fra il Quattro e il Cinquecento era iniziata "una nuova era di rinascita e rigenerazione dell'umanità". La rivalutazione dell'uomo portò con sé lo studio della natura, dove la vita dell'uomo si realizza, e, soprattutto, una parallela rivalutazione di tutto ciò che è il frutto dello spirito e della mente umana: l'arte, la letteratura e la musica. Ogni piccola o grande città italiana e tutte le corti signorili vollero costruire splendidi edifici, nuove chiese, grandi e piccoli palazzi. Proteggere artisti o letterati, spesso mantenendoli presso di sé, divenne un'abitudine non solo dei pontefici, dei signori o dei principi, ma anche delle famiglie più ricche. Il nuovo gusto per il bello che caratterizzò il Rinascimento favorì anche lo straordinario sviluppo di un raffinato artigianato. Nei palazzi rinascimentali non lavoravano soltanto pittori, scultori e poeti, ma anche orafi, falegnami, decoratori. Anche gli oggetti di uso quotidiano divennero vere e proprie opere d'arte, che esprimevano i nuovi ideali di bellezza ed armonia.

 


L'ARTE


                                                            

Già nel Trecento figure di altissimo rilievo, come:

  •       Giotto (1266-1337)
  •       Paolo Uccello (1397-1475)
  •       Simone Martini (1284-1344)

avevano dato importanti contributi all'arte italiana. Nei due secoli successivi vi fu nel nostro paese un'impressionante fioritura di pittori, scultori, architetti e artisti di ogni genere, che disseminarono l'Europa dei loro capolavori.

Per quanto riguarda l'architettura, furono dapprima rinnovate le città italiane e in un secondo tempo quelle europee, in molti casi costruite ancora in legno.

  •       Brunelleschi (1377-1446)
  •       Bramante (1444-1514)
  •       Leon Battista Alberti (144-1472)
  •       Francesco di Giorgio Martini (1439-1502)
  •       Michelangelo Buonarroti (1475-1664)

costruirono splendide chiese, grandi basiliche ornate da cupole gigantesche, palazzi e fortezze. Furono addirittura migliaia i pittori di scuola veneziana, fiorentina, romana e napoletana che lavorarono per i signori, i principi, le grandi famiglie italiane e le principali corti europee.

  •   Tiziano (1490-1576) fu il pittore dell'imperatore Carlo V e del re Filippo II di Spagna;
  •       Leonardo Da Vinci lavorò per Francesco I di Francia;
  •       Raffaello Sanzio (1483-1520) fu attivo a Roma per i papi.

 

La splendida fioritura artistica italiana si prolungò fino a tutto il Seicento. Pittori, scultori, architetti, scenografi, musicisti, ma anche artigiani e tecnici italiani invasero letteralmente l'Europa, dando un contributo straordinario alla formazione di un'arte e di una cultura comune a tutti i maggiori Paesi europei.


LA LETTERATURA DEL RINASCIMENTO

L'opera letteraria italiana che divenne il simbolo del Rinascimento in tutta Europa fu l'Orlando Furioso, poema scritto da Ludovico Ariosto (1474-1533). Ne vennero stampate innumerevoli edizioni in pochi anni. Persino coloro che non sapevano leggere, si tramandavano brani dell'Orlando a memoria. Tramite questo poema dell'amore, dell'avventura e della fantasia l'Ariosto diffuse in modo del tutto nuovo un tema che aveva avuto grande fortuna nel Medioevo: quello delle imprese dei cavalieri e dei paladini di Carlo Magno.

 

Altro grande autore del Cinquecento fu Torquato Tasso (1544-95), che scrisse in versi la Gerusalemme Liberata, un poema dedicato alla prima crociata.

 


IL PENSIERO POLITICO E LA RICERCA STORICA

Il Rinascimento italiano fu uno straordinario momento di sviluppo delle arti. Ma non solo. Anche la filosofia, la letteratura, il pensiero politico, la ricerca storica attraversarono innovazioni di grande rilievo. Il fiorentino Niccolò Machiavelli (1469-1527), è considerato l'iniziatore del pensiero politico moderno. Egli studiò la politica come arte del governare, liberandola dai rapporti con la religione o la morale. Lasciò un'opera, Il principe, considerata ancora oggi un grande classico della scienza politica. Lo stesso Machiavelli fu anche uno storico di rilievo, come anche Francesco Guicciardini (1483-1540), che scrisse la Storia d'Italia. Storici, pensatori, letterati trovarono un largo spazio nelle corti di signori, principi e sovrani. Lavorarono come educatori, segretari, diplomatici, consiglieri politici, spesso anche all'estero (in Francia, Spagna o Germania). Talvolta questo rapporto di dipendenza li costrinse a subire delle umiliazioni, ma spesso permise loro di creare opere di livello altissimo.

 


LA SCIENZA

L'interesse per l'uomo e per la natura determinò anche una vivace ripresa dell'indagine scientifica. Nel Medioevo la scienza si era affidata non tanto all'osservazione diretta dei fatti quanto alla lettura di testi autorevoli: nella Bibbia o nell'opera del filosofo greco Aristotele (384-322 a.C.) si rintracciavano le spiegazioni dei fenomeni naturali. In accordo con la più alta opinione che l'uomo del Rinascimento ebbe di se stesso, la scienza si liberò dal timore del confronto col passato e si affidò alle proprie ricerche e alle proprie libere valutazioni. Si cominciò a discutere l'uso che sino ad allora si era fatto della Bibbia, un testo religioso, come fonte di precise conoscenze scientifiche. Di grande rilievo furono gli sviluppi delle scienze naturali: biologia, zoologia, botanica. Lo studio del corpo umano fece grandi progressi soprattutto grazie al belga Andrea Vesalio (1514-64). Altrettanto importanti furono i passi avanti fatti nel campo dell'astronomia, soprattutto per opera del polacco Niccolò Copernico (1473-1543). Osservando il moto dei pianeti, egli dimostrò che è la Terra a girare intorno al Sole e non, come si credeva, viceversa. L'enciclopedismo, cioè la capacità di approfondire molte discipline, non caratterizzò solo gli artisti e i filosofi, ma anche gli scienziati. Oltre al caso già citato di Leonardo, artista e scienziato insieme, ricordiamo quello di Girolamo Cardano (1501-76), medico, scienziato, matematico, ideatore di dispositivi meccanici ancora oggi in uso.