LA NASCITA DEL NAZISMO

 

« Nei centri del mio nuovo Ordine verrà allevata una gioventù che spaventerà il mondo. Io voglio una gioventù che compia grandi gesta, dominatrice, ardita, terribile. Gioventù deve essere tutto questo. L'animale rapace, libero e dominatore, deve brillare ancora dai suoi occhi. I giovani debbono imparare il senso del dominio. Debbono imparare a vincere nelle prove più difficili la paura della morte. » (Adolf Hitler)

 

DI COSA STIAMO PARLANDO.....

 

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Il termine nazismo è l'abbreviazione di nazionalsocialismo; definisce l'ideologia e il movimento politico tedesco collegati all'avvento al potere in Germania nel 1933 da parte di Adolf Hitler, conclusosi alla fine della seconda guerra mondiale con la conquista di Berlino da parte delle truppe sovietiche (maggio 1945). Il nazismo è comunemente associato al Fascismo, poiché anch'esso affermava di sposare una forma nazionalista e totalitaria di socialismo (opposta al socialismo internazionale Marxista).

Il nazismo trae origine dal partito politico guidato da Adolf HitlerUna volta raggiunto il potere tramite una regolare elezione, si trasformò in dittatura, con un programma di eliminazione anche fisica sia degli avversari politici che di persone appartenenti a categorie ritenute nocive per il mondo, quali, ebrei, omosessuali, zingari e anche persone diversamente abili.

Il nazionalsocialismo o nazismo è un'ideologia di estrema destra che ha avuto la propria massima diffusione in Europa, nella prima metà del XX secolo.[1]

Si caratterizza per una visione nazionalista del socialismo radicale, populistaxenofobarazzista e totalitaria[2]. Nacque subito dopo la prima guerra mondiale in Germania.

Il Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori (NSDAP) sotto Adolf Hitler salì al potere nel 1933 trasformando il Reich tedesco nel periodo 1933-1945 in un totalitario "Stato Leader", la Germania nazista o Terzo Reich, ispirato completamente all'ideologia nazionalsocialista, all'antisemitismo e al pangermanesimo. Con l'invasione della Polonia, nel 1939 innescò la seconda guerra mondiale. L'esperienza nazista come sistema di governo si è conclusa con la resa incondizionata dell'esercito tedesco in data 8 maggio 1945 e la vittoria militare delle contrapposte forze alleate.

 

Il termine "nazionalsocialismo" ed il concetto di socialismo nazionale, preesistenti al 1919 da almeno un trentennio e di diverso e vario utilizzo[3][4], si videro confluire in quell'anno nel nome del DAP, Deutsche Arbeiterpartei, in realtà fondato nel 1903 in Austria, il cui nome venne riutilizzato da Hitler per poi rinominarsi nel 1920 appunto come NSDAP. Hitler ha definito i concetti di nazionalismo e socialismo in modo molto personale: il nazionalismo è citato come la devozione del singolo per la sua comunità nazionale, mentre il socialismo è descritto come una responsabilità della comunità nazionale per l'individuo[

 


 

Aktion T4

 Karl Brandt, medico personale di Hitler e iniziatore del Programma T4 (qui in una foto del 1947).

L'Aktion T4 è il nome convenzionale con cui viene designato il Programma nazista di eutanasia che sotto responsabilità medica prevedeva la soppressione di persone affette da malattie genetiche inguaribili o da più o meno gravi malformazioni fisiche cioè delle cosiddette "vite indegne di essere vissute". Si stima che l'attuazione del programma T4 abbia portato all'uccisione di un totale di persone compreso tra le 60.000 e le 100.000[1]. Per quanto concerne la sola terza fase dell'aktion T4, i medici incaricati di portare avanti l'operazione decisero di uccidere il 20% dei disabili presenti negli istituti di cura, per un totale di circa 70.000 vittime[2]. Ad ogni modo l'uccisione di disabili proseguì anche oltre la fine ufficiale dell'operazione, portando quindi il totale delle vittime ad una cifra che si stima intorno ai 200.000 individui.

 

Numero di vittime dell'Aktion T4 (dati ufficiali)
1940 - settembre 1941
Centro T4 operativo numero vittime
dal al 1940 1941 totale
Grafeneck 20 gennaio 1940 dicembre 1940 9.839 --- 9.839
Brandeburgo 8 febbraio 1940 ottobre 1940 9.772 --- 9.772
Bernburg 21 novembre 1940 30 luglio 1943 --- 8.601 8.601
Hartheim 6 maggio 1940 dicembre 1944 9.670 8.599 18.269
Sonnenstein giugno 1940 settembre 1942 5.943 7.777 13.720
Hadamar gennaio 1941 31 luglio 1942 --- 10.072 10.072
totale complessivo: 35.224 35.049 70.273
Fonte: Documento 87, S. 232 cit. in Erst Klee. Dokumente zur „Euthanasie“, 1985.

 


 

 

 

 

OLOCAUSTO

 

La "Sala dei Nomi" dello Yad Vashem a Gerusalemmecon foto e nomi di vittime ebraiche dell'Olocausto

 

Con il termine Olocausto (con l'adozione della maiuscola), a partire dalla seconda metà del XX secolo, si indica il genocidio perpetrato dalla Germania nazista e dai suoi alleati nei confronti degli ebrei d'Europa e, per estensione, lo sterminio nazista verso tutte le categorie ritenute "indesiderabili"[1], che causò circa 15 milioni di morti in pochi anni, tra cui 5-6 milioni di ebrei, di ogni sesso ed età[2][3].

La parola "Olocausto" deriva dal greco ὁλόκαυστος (olokaustos, "bruciato interamente"), a sua volta composta da ὅλος (olos, "tutto intero") e καίω (kaio, "brucio")[4] ed era inizialmente utilizzata ad indicare la più retta forma di sacrificio prevista dal giudaismo.[5] L’Olocausto, in quanto genocidio degli ebrei, è identificato più correttamente con il termine Shoah (in lingua ebraica: השואה, HaShoah, "catastrofe", "distruzione")[6].

L'uso del termine Olocausto viene anche esteso a tutte le persone, gruppi etnici e religiosi ritenuti "indesiderabili" dalla dottrina nazista, e di cui il Terzo Reich aveva previsto e perseguito il totale annientamento, poiché avvenuto nel medesimo evento storico: essi potevano comprendere, secondo i progetti del Generalplan Ost, popolazioni delle regioni orientali europee occupate, ritenute "inferiori", e includere quindi prigionieri di guerra sovietici, oppositori politici, nazioni e gruppi etnici quali RomSintiJenisch, gruppi religiosi come testimoni di Geova e pentecostali, omosessuali, malati di mente e portatori di handicap.[7]

L'eliminazione di circa i due terzi degli ebrei d'Europa[8] venne organizzata e portata a termine dalla Germania nazista mediante un complesso apparato amministrativo, economico e militare che coinvolse gran parte delle strutture di potere burocratiche del regime, con uno sviluppo progressivo che ebbe inizio nel 1933 con la segregazione degli ebrei tedeschi, proseguì, estendendosi a tutta l'Europa occupata dal Terzo Reich durante la seconda guerra mondiale, con il concentramento e la deportazione e quindi culminò dal 1941 con lo sterminio fisico per mezzo di eccidi di massa sul territorio da parte di reparti speciali, e soprattutto in strutture di annientamento appositamente predisposte (campi di sterminio), in cui attuare quella che i nazisti denominarono soluzione finale della questione ebraica[9]. L'annientamento degli ebrei nei centri di sterminio non trova nella storia altri esempi a cui possa essere paragonato, per le sue dimensioni e per le caratteristiche organizzative e tecniche dispiegate dalla macchina di distruzione nazista]. Tuttavia, l'idea della "unicità della Shoah" in quanto incommensurabile e non confrontabile con ogni altro evento è assai discussa tra gli storici