Siamo nel 1922: il nuovo capo del governo, Benito Mussolini, presenta alla Camera il suo programma. Lo scopo è quello di "fascistizzare" l`Italia. Nel 1923 Mussolini ottiene i pieni poteri ed istituisce due nuovi organismi: il Gran Consiglio del Fascismo e la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, legalizzando e istituzionalizzando gli squadristi. Nell`aprile del 1924 gli italiani votano per eleggere una nuova Camera con una legge che favorisce la lista più forte. I fascisti ottengono la maggioranza assoluta. Le operazioni elettorali si svolgono sotto il segno della violenza e del sopruso. 
Matteotti, deputato socialista, viene rapito e ucciso per aver denunciato alla Camera le gravi irregolarità commesse. La strada è ormai aperta alla dittatura: i deputati dell`opposizione sono dichiarati decaduti; i partiti politici vengono sciolti; viene istituita una polizia segreta; vengono aboliti i sindacati e il diritto di sciopero. Con abilità il duce riesce a galvanizzare l`opinione pubblica con alcune campagne popolari, come quella per la bonifica delle zone paludose e la battaglia del grano. Grande prestigio gli viene dal trattato firmato nel 1929 con la Santa Sede, che chiude così quella polemica tra Chiesa e Stato che si trascinava dall`unità d`Italia.


LE  RADICI STORICHE

IL FASCISMO

 

Il fascismo è stato un movimento politico e un sistema di governo autoritario e fortemente nazionalista, lo vedremo in questo riassunto sul fascismo, che venne fondato in Italia da Benito Amilcare Andrea Mussolini pochi anni dopo la fine della prima guerra mondiale, più precisamente fu fondato nel 1919 a Piazza San Sepolcro in quel di Milano sotto il nome: "Fasci di combattimento". 

Mussolini sfruttò il caos generale e la depressione in cui viveva l'Italia dopo la vittoria nel conflitto del 1915-18, in modo da assicurarsi così il sostegno della classe sociale degli industriali e dei proprietari terrieri, destabilizzati dalla situazione di forte protesta operaia che caratterizzava i due anni del cosiddetto “biennio rosso” (1919-1920). Mussolini fu un leader autoritario, e riuscì ad organizzare in maniera perfetta la presa al potere, fu agevolato dal fatto che nessuno, Re in primis, credevano potesse arrivare a fare ciò che poi in realtà riuscì a fare. All'inizio i fascisti, cioè le camicie nere, erano visti come dei poveri esaltati e non facevano paura a nessuno, proprio come accadde in Germania con lo NSDAP, cioè il partito di Hitler.

 

Cosa vuol dire “fascismo”?

 

Il nome del fascismo deriva dal Fascio littorio, una fascina di bastoni con un'ascia nel centro che nell'antica Roma simboleggiava l'autorità consolare. I Littori erano infatti le “guardie del corpo” del console e lo seguivano ovunque andasse portandosi appresso questi fasci, che appoggiavano al suolo ogni volta che il console si fermava. Con questo termine ci si riferisce non solo al regime ventennale di Mussolini in Italia, ma ad ogni regime totalitario con tendenze vicine all'estrema destra, come per esempio i vari regimi militari sudamericani, e per ovvie ragioni anche al Franchismo e al Nazionalsocialismo.

 

Chi è Benito Mussolini?  Come prende il potere?

Benito Mussolini nacque il 29 luglio 1883 in quel di Dovia di Predappio, una cittadina nei pressi di Forlì, in Emilia Romagna. Inizialmente fu un convinto sostenitore del socialismo tanto da diventare, all'età di soli 29 anni, direttore del quotidiano socialista Avanti! Dal quale venne cacciato due anni dopo poiché divenne un convinto sostenitore dell'interventismo, ovvero rientrava tra coloro che volevano la prima guerra mondiale, ciò era in forte contrasto con le idee dei socialisti, che erano diametralmente opposte.. Dopo aver prestato servizio nell'esercito durante la Grande Guerra, nel 1919 fondò i Fasci italiani di combattimento, i quali all'inizio si proponevano come una congregazione di militari delusi dall'esito della guerra (Vittoria “mutilata”) ma che poi alla fine diventò un movimento in cui si rispecchiavano tutti quegli italiani che in qualche modo erano stati danneggiati dalla guerra. Nel 1921 il movimento cambia nome in Partito Nazionale Fascista e si presenta alle elezioni, ottenendo però un risultato non troppo entusiasmante (appena lo 0,5%).

La Marcia su Roma

 L'anno dopo (2 ottobre 1922) un gran numero di sostenitori del partito marciò su Roma e il re Vittorio Emanuele III, temendo lo scoppio di una guerra civile, si vide costretto a nominare Mussolini Presidente del Consiglio del Regno, affidandogli l'incarico di formare il nuovo governo. Due anni più tardi, nel 1924, il ruolo di Mussolini venne legittimato con delle elezioni in cui il PNF ottenne la quasi totalità dei voti, questo grazie anche dei brogli elettorali attuati dal fascismo. Una volta diventato primo ministro, Mussolini iniziò a governare il paese con stampo autoritario, tanto da assumere il nome di Duce (dal latino Dux, comandante). I partiti dell'opposizione venivano quindi banditi e i gli oppositori  perseguitati, in seguito il governo fascista assunse anche il controllo di polizia, industria e stampa

La politica estera: l'Impero e l'Asse Roma-Berlino

Uno dei punti fondamentali dell'ideologia del Partito di Mussolini era la determinazione a voler accrescere l'influenza Italiana all'estero e l'affermazione dell'Italia come potenza economica e militare. Così, a cavallo tra il 1935 e il 1936, andando contro le norme della Società delle Nazioni, l'Italia invase l'unico stato africano ancora libero dalla dominazione europea, il regno di Abissinia dell'imperatore Hailé Selassié, attaccandolo a sorpresa dall'Eritrea e dalla Somalia. I paesi membri della SdN si opposero a questa aggressiva politica coloniale al punto tale da infliggere all'Italia delle sanzioni a carattere economico-commerciale: da quel momento, l'Italia non poteva intrattenere relazioni commerciali con nessun paese membro della Società delle Nazioni. La Germania, dove dal 1933 era al potere Adolf Hitler, non faceva parte della SdN, appoggiava le politiche italiane. I due paesi si avvicinarono molto e nel 1936 proclamarono l'alleanza che tutti conosciamo come Asse Roma-Berlino, cioè l'alleanza che collegò inesorabilmente l'Italia al Nazismo. Questo patto fu ulteriormente rafforzato nel 1939 con l'allargamento al Giappone e assunse quindi il nome di “patto tripartito” o “Patto d'Acciaio”. Sempre nel 1939, anche l'Albania entrò a far parte della sfera d'influenza Italiana. Nel 1929, Mussolini firmò con Papa Pio XI un concordato tra l'Italia e la Chiesa Cattolica (i famosi Patti Lateranensi), creando così lo Stato della Città del Vaticano 

 

La politica economica del fascismo

L'Italia, non potendo commerciare con gli altri paesi, aveva bisogno di poter contare solo sulle proprie forze, doveva quindi raggiungere l'autarchia economica. Il governo Mussolini, quindi, introdusse nuovi programmi atti a sviluppare l'economia, in particolare attraverso aiuti all'agricoltura e attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro. Grazie ai programmi della “Battaglia del Grano” e della “Battaglia della Terra” riuscì a rendere l'Italia autosufficiente dal punto di vista agricolo, bonificando le aree paludose e favorendo le coltivazioni. Man mano che portava avanti la sua politica, il governo di Mussolini riceveva sempre più ammirazione popolare e si instaurò anche una specie di “Culto del Duce”, anche grazie alla grande opera di propaganda portata avanti dal regime, ma per ovvi motivi quella era tutta apparenza, in quanto i metodi per far mantenere l'ordine erano cruenti.

 

Come finì il fascismo in Italia?

Quando nel 1943 le truppe alleate decisero di sbarcare in Sicilia, la seconda guerra mondiale ormai stava per terminare, il Gran consiglio del Fascismo decise di sollevare Mussolini dall'incarico di capo del governo e il potere venne riconsegnato al Re. Mussolini venne fatto prigioniero dalle forza angloamericane ma venne poi liberato dai tedeschi, scesi nel frattempo nella penisola. L'ormai ex-primo ministro divenne quindi un fantoccio nelle mani della Germania che lo mise a capo della cosiddetta Repubblica Sociale Italiana. Quando la guerra si stava avviando verso la fine, Mussolini fu catturato e ucciso dalla resistenza partigiana.

 


MUSSOLINI PRIVATO

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MUSSOLINI E DUE MORTI SOSPETTE
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LE LETTERE FURIOSE DI IDA DALSEN CONTRO " BENITO IL DISGRAZIATO"
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IL FASCISMO E' UN MORBO INTELLETTUALE E MORALE
Il filosofo e storico Benedetto Croce ( 1866-1952) fu il primo firmatario nel 1925 del MANIFESTO DEGLI INTELLETTUALI ANTIFASCISTI e l'unico, aperto oppositore tollerato dal regime.
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